Sopravviveranno le barene?

Il termine resilienza è senza dubbio uno dei termini più usati negli ultimi anni. Le aumentate variabili sociali e ambientali hanno inserito il concetto di resilienza nella vita di tutti i giorni. Resilienza ai cambiamenti lavorativi, alle incognite da affrontare giornalmente, resilienza rispetto agli obiettivi che fissiamo. Un settore dove il termine resilienza è senza dubbio legato anche al cambiamento climatico. Come si adatta l’ambiente ai cambiamenti climatici? Come ci adattiamo noi agli aumenti di temperatura, ai sempre più frequenti fenomeni intensi etc…

Numero annuo di pubblicazioni individuate dal Web of Science in base ai termini di ricerca (resilienza) AND (bacino o bacino o fiume) AND (clima OR stress OR pressione OR driver). Gli stessi criteri sono stati utilizzati per (vulnerabilità). C’è il doppio conteggio di alcuni articoli. (https://www.mdpi.com/2073-4441/12/9/2510/htm)

Trasportando tutto in laguna di Venezia, le forme barenali sono esse stesse forme resilienti che si adattano alle maree, alla variazione delle stesse, alla variazione dell’apporto sedimentario e ad altri fattori.

Ma come e quanto potranno adattarsi ai cambiamenti ambientali?

Il gruppo di ricerca composto da personale del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura, Università degli Studi di Padova, dall’Istituto di Scienze Marine, CNR di Venezia e dall’Istituto di Geoscienze e Georisorse, CNR di Padova ha presentato al 27esimo Convegno Nazionale di Idraulica e Costruzioni Idrauliche tenutosi a Reggio Calabria nello scorso settembre un lavoro con il quale propongono un approccio scientifico basato su modelli numerici per prevedere l’evoluzione altimetrica e la resilienza di lungo periodo degli ambienti barenicoli lagunari.

Vi lasciamo alla lettura dell’articolo.

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