L’articolo scientifico che pubblichiamo oggi propone una nuova teoria sull’accrescimento delle barene mettendo in luce i tempi e i meccanismi di soppravivenza delle morfologie lagunari.
La barena, o per meglio dire il sistema barena, è un formazione morfologica con una quota media tra i 20 e 40 cm sul livello medio del mare, regolarmente sommersa durante le fasi di alta marea pronunciata. Sono costituite da sedimenti limosi e argillosi con una forte componente organica. Generalmente sono ricoperte da vegetazione alofila che si differenzia in funzione delle piccole variazioni altimetriche che si possono avere all’interno della barena. Il sistema barena è completato da velme, bassifondi e dal reticolo di canali che le delimitano e le attraversano.
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I principali antagonisti alla permanenza delle forme barenali sono la mancanza di sedimento che garantirebbe il loro accrescimento verticale e orizzontale; la presenza di moto ondoso provocato dal vento o dal passaggio dei natanti che provoca l’erosione dei margini barenali, e come già detto, l’innalzamento medio del mare.
La criticità della conservazione barenale non è un fenomeno locale, veneziano, ma interessa tutti gli habitat lagunari a livello mondiale. Dalla successiva immagine, possiamo avere un idea della distribuzione globale di questi habitat.
Nello studio che vi presentiamo si mette in evidenza come la correlazione tra disponibilità di sedimenti e accrescimento della barena non sia così lineare come ci si aspetta. Indagini multidisciplinari eseguite su campioni di suolo barenale prelevati in laguna sud evidenziano una prima fase in cui la grande disponibilità di sedimenti portati in laguna dal fiume Brenta ha comportato una iniziale espansione areale delle barene (accrescimento orizzontale), mentre successivamente, per l’erosione dei loro margini, conseguente risospensione del sedimento e sua rideposizione sopra la superficie barenale, si è avuto l’accrescimento verticale.
Buona lettura.