Reminiscenze di geografia fisica, per i più fortunati di geomorfologia.
Andamento meandriforme… Termine che sempre evoca forse sinuose, paesaggi fluviali incontaminati, il lento scorrere dell’acqua verso la foce. Fino a che non scopri il salto di meandro e pensi che ora i fiumi si mettono a saltare, oppure il meandro morto, figura fluviale macabra, degna di un film noire.
Oltre alle macroforme, visibili da chiunque, ancor più da quando Google ha messo i suoi occhi su tutto il mondo facendoci volare sopra gli spettacolari meandri siberiani con un solo click, per gli esperti geomorfologi vi sono una serie di microforme utilissime per capire l’andamento morfologico del meandro nel tempo.
Se in un ambiente fluviale, dove la gravità gioca il ruolo principale nel comandare la massa d’acqua, l’evoluzione temporale e spaziale del corso fluviale è grosso modo individuabile. In un ambiente lagunare come quello veneziano, il meandro è soggetto al respiro lagunare con il continuo alternarsi delle direzioni di flusso, complicando notevolmente la definizione della storia spaziale del meandro lagunare.
Ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dell’università di Padova e del Dipartimento di Scienze Marine dell’Istituto Senckenberg di Amburgo, hanno condotto una ricerca per capire come le forzanti antropiche e naturali possano influenzare l’evoluzione morfologica e sedimentaria dei meandri microtidali formatisi lungo i canali lagunari negli ultimi 130 anni.
Focalizzando l’attenzione in un meandro della laguna settentrionale, combinando fotografie aeree storiche e recenti, indagine topografiche, batimetriche, geofisiche e analisi sedimentarie, attraverso la modellazione numerica, dimostrano come ad ogni modificazione dell’andamento mareale, corrisponda una modifica sulla dinamica morfologica.
Come sempre vi lasciamo alla completa lettura dell’articolo!