La pandemia di COVID-19 ha svuotato le calli di Venezia e quasi azzerato il traffico in laguna, ma anche reso l’acqua dei canali limpida e offerto l’opportunità alla fauna solitamente celata di avvicinarsi al centro città.Questa è quindi un’occasione unica per studiare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente!Il gruppo di ricerca della Linea 4.2, coordinato da Fabio Pranovi, professore di Ecologia al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica di Venezia2021, ha pensato quindi di raccogliere più informazioni possibili sulla laguna ai tempi del Coronavirus chiedendo ai residenti di collaborare, per quanto possibile, ad un progetto di “citizen science”.
Sarà sufficiente documentare, dal balcone di casa o nelle corso delle brevi uscite consentite, lo stato della città, postandole con l’hashtag #venezia (specificando luogo, data e ora) o inviandole per email a silvia.rova@unive.it, alice.stocco@unive.it, o via Messenger oppure compilando un modulo online.
In particolare, nella Linea di ricerca 4.2 si intende approfondire la conoscenza della “fornitura” di Servizi Ecosistemici (quali il sequestro di carbonio dall’atmosfera, la purificazione delle acque, ma anche la pesca tradizionale ed il turismo) di regolazione, supporto, approvvigionamento e culturali) in laguna, anche in relazione allo stato ecologico delle diverse zone. La qualità e la quantità di SE forniti dall’ecosistema dipende, infatti, direttamente dalla qualità dei processi ecologici e dunque dallo ‘“stato di salute”‘ del sistema stesso. D’altro canto, occorre ricordare che lo sfruttamento di alcuni Servizi Ecosistemici altera direttamente la struttura ed il funzionamento dell’ecosistema, creando così feedback negativi che devono essere analizzati, per poterli poi tenere in debita considerazione nelle diverse fasi del processo di gestione.
“Da una prospettiva di ricerca, la situazione anomala che stiamo vivendo si offre come un esperimento, non voluto, i cui effetti possono essere osservati e quantificati – spiega Fabio Pranovi – Ci aspettiamo che questa sostanziale riduzione di pressioni antropiche sull’ecosistema lagunare determini effetti sui processi ecologici e di conseguenza anche su alcuni “servizi” che l’ecosistema fornisce al benessere della società umana”.