Parlando di laguna di Venezia viene naturale pensare ad uno scambio orizzontale di masse. L’alternarsi delle maree che muove e ricambia l’acqua all’interno della laguna, il soffiare del vento, l’eterogeneità morfologica intercalata da specchi acquei, barene, velme e bassifondi. Ideali transetti che dalla terraferma intersecano la gronda lagunare fino ad arrivare ai lidi mostrano come i diversi habitat abbiano una distribuzione spaziale ben definita.
E’ più difficile pensare e immaginare un’altrettanta diversità di habitat nella dimensione verticale ma in realtà vi è una ricchezza di specie e di organismi altrettanto importante per capire il funzionamento della laguna e soprattutto per capire gli impatti delle attività antropiche sulle comunità animali.
Sperando di non esser troppo grossolani nell’anticipare il prossimo articolo scientifico pubblicato dal gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, cercheremo di dare alcune nozioni per entrare nel mondo dei batteri e delle loro correlazioni con la qualità del sedimento e le attività antropiche.
L’articolo si basa su analisi metagenomiche che sono lo studio delle sequenze di DNA, per un totale di almeno 100 Mbp (milioni di coppie di basi), a partire da un campione ambientale. Dunque, l’analisi metagenomica si basa sullo studio di un insieme di sequenze di DNA provenienti da diversi microrganismi ed è davvero utile quando alcuni microrganismi sono difficili o impossibili da coltivare. Un’analisi basata su questo approccio, prevede che si riesca ad ottenere una sorta di “progetto metagenomico” grazie al quale si possano ricavare dati su possibili interazioni tra microrganismi presenti in una comunità microbica. (https://www.microbiologiaitalia.it/didattica/metagenomica-cose-e-campi-applicativi/)
Queste analisi sono state effettuate su campioni di sedimento lagunare per studiare le comunità microbiche che svolgono ruoli essenziali nel funzionamento dell’ecosistema marino. Riportando una delle prime frasi dell’introduzione dell’articolo: “Il loro studio è fondamentale per capire in che modo le condizioni ambientali influiscono sulla diversità microbica e sui cicli biogeochimici”.
In pratica analizzando le comunità microbiche si riescono ad individuare specifiche comunità batteriche che a loro volta caratterizzano specifici ambienti con precise caratteristiche ambientali. Cercando di semplificare ulteriormente, se dalle analisi risulta evidente una comunità batterica legate alle acque reflue è facile individuare nelle vicinanze potenziali fonti inquinanti. Questa è solo una delle molteplici correlazioni che si possono fare tra diversità microbica, habitat e impatti antropici.
Vi lasciamo all’articolo per scoprire l’importanza di queste ricerche.
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2021.762292/full
fmars-08-762292